Ad alta intensità… di risparmio energetico! Perché Sostenibilità e Redditività NON sono in contraddizione

In questo secondo episodio con Mario Casoni, IoT Senior Sales Director di PTC per l'Europa, dedicato alla Sostenibilità, parliamo di come agire sulla riduzione dell’intensità energetica per una maggiore sostenibilità e redditività aziendale.

Episodio n°14 con Mario Casoni

Ad alta intensità… di risparmio energetico! Perché Sostenibilità e Redditività NON sono in contraddizione


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Di cosa parliamo in questo episodio ?

Introduzione

Francesca Frattini: Buongiorno e benvenuti a Trasformazione Digitale – Come il Digitale trasforma il Fisico. Sono Francesca Frattini, Direttore Marketing di PTC e oggi proseguiamo il discorso sulla sostenibilità, che abbiamo già affrontato a livello discorsivo, in un'altra puntata che, naturalmente, vi invito ad ascoltare. Sono qui con Mario Casoni IoT Senior Sales Director di PTC per l'Europa e oggi vogliamo proseguire il discorso parlando di come migliorare l'adattabilità e la performance di un'azienda manifatturiera, altrimenti detta resilienza, e la sostenibilità ambientale attraverso l'aumento dell'efficienza produttiva. Ciao Mario e benvenuto.

Mario Casoni: Buongiorno, Francesca grazie per avermi voluto qui oggi

 

Le aziende a cosa devono adattarsi per vincere le sfide?

Francesca Frattini: Ben ritrovato. Adesso cominciamo subito col chiederti quali sono i fattori che maggiormente richiedono questa adattabilità alle aziende e impongono sfide alle performance aziendali.

Mario Casoni: Sono quattro fattori, un paio dei quali sono in essere già da diversi anni e quindi non rappresentano niente di nuovo, altri che sono cresciuti di importanza nell'ultimo periodo negli ultimi 6, 12, 18 mesi sostanzialmente. Parliamo di condizioni macroeconomiche, su cui non è tanto necessario soffermarsi perché inflazione alta, inflazione bassa, deflazione, stagnazione, sono tutte tematiche che alterano la domanda dei beni industriali, di beni di largo consumo in generale e che quindi hanno un impatto su quelle che sono le esigenze produttive delle aziende.

Parliamo invece di un fenomeno più di lungo periodo che è il cambio generazionale che c'è nella forza lavoro, con una minore attrattività o perlomeno con la necessità di rendere il luogo di lavoro più attrattivo rispetto alla manifattura. Questo è un fenomeno che si riscontra in tutte le economie sviluppate.

C'è un'ulteriore tema che sono le tensioni sulle catene di fornitura, quindi sulle supply chain di cui, anche qui non vale la pena spendere troppe parole, ne abbiamo sentito parlare durante la pandemia e dopo la pandemia. È molto interessante vedere come nell'arco di pochi mesi, interi settori di industria hanno cambiato queste dinamiche, queste tensioni hanno cambiato di segno (negative in un caso positive nell'altro) nell'arco di pochi mesi.

Ci sono delle domande di certi tipi di componenti o certi tempi diciamo logistici di approvvigionamento che sono diventati da molto brevi molto lunghi e viceversa.

Francesca Frattini: Si, ti interrompo solo per dire che effettivamente è un tema che abbiamo affrontato anche in un altro episodio del podcast sulla raccomandazione del World Manufacturing Forum, che vi invito ad ascoltare per approfondire anche questo tema.

Mario Casoni: Certo, infatti è sicuramente un tema molto importante, un tema di cui discuto molto spesso nei miei incontri con le aziende nei vari settori di industria.

Come raggiungere la sostenibilità ESG

Un quarto aspetto è quello della sostenibilità cosiddetta ESG (Environmental, Social, Governance), una sostenibilità di tipo di tipo ambientale, di tipo sociale, di tipo di governance, quindi etico sociale direi, che è un tema anche questo molto importante che pone dei vincoli ma anche delle opportunità

Francesca Frattini: Le prime tre che mi hai citato mi sembrano avere un impatto facilmente comprensibile, gli effetti di questa quarta mi sembrano meno ovvi. Perché le problematiche di responsabilità ESG hanno quindi una rilevanza nella valutazione del miglioramento della performance aziendale?

Mario Casoni: Sono rilevanti perché costituiscono sia una grande opportunità, sia un vincolo.

Perché è un'opportunità? Perché qualunque cosa migliori la responsabilità sociale, il benessere dei lavoratori, tenga in considerazione non solo i loro diritti, ma anche le loro necessità, migliora sicuramente la produttività e la fidelizzazione all'azienda, riduce il tasso di sostituzione (quindi dimissioni) ma è anche la base culturale con cui si ottiene il miglioramento nei processi produttivi.

Tutta la storia di quello che è lean per la storia di quello che sixsygma, è un aspetto di metodo, ma anche di motivazione individuale, quindi sicuramente una grande opportunità.

La seconda grande opportunità è banale perché viviamo tutti nello stesso pianeta, viviamo tutti in comunità, siamo dei privati cittadini oltre che dei professionisti e quindi è chiaro che il ruolo sociale dell'imprenditore è un qualche cosa di cui ci si è resi conto a livello globale e quindi sta diventando un trend globale.

Dal punto di vista strettamente ambientale è chiaro che le emissioni di CO2, che sono i gas serra che provocano il surriscaldamento dell'intero pianeta, sono l'aspetto principale da tenere in considerazione e qui ci sono dei vincoli, imposti ad esempio della Comunità Europea, per avere un efficientamento e un cambiamento dei processi produttivi che vada nella direzione di una drastica riduzione dell'emissione di CO2 fino a essere sostanzialmente Carbon Neutral all'incirca attorno al 2050.

Questo è un obiettivo ambizioso, ma è un obiettivo che dobbiamo perseguire. È chiaro che non è facile perseguirlo.

Cos’è l’intensità energetica e come ci può aiutare?

Un indicatore che ci permette di capire se siamo sulla strada giusta è sicuramente quello di analizzare l'efficienza energetica in un processo produttivo e quindi sostanzialmente andare a vedere qual è la quantità di energia che serve per generare un'unità, quindi 1$ o 1€ di valore aggiunto, creato in fase di manifattura, in fase di produzione.

Ora se noi guardiamo l'intensità energetica, questa intensità energetica è ovviamente diversa nei vari settori di industria. Ad esempio tu Francesca, hai un'idea di quali sono i settori a più alta intensità energetica? Il settore industriale a più alta intensità energetica?

Francesca Frattini: Qui mi cogli impreparata. Mi verrebbe da dire la metallurgica.

Mario Casoni: La metallurgica è veramente un'ottima intuizione, è il settore che consuma più energia. E ci sono altri settori: il settore chimico, il settore della carta, perché sono industrie di processo e consumano notevoli quantità di energia. Attenzione che sto parlando di energia in generale, sia da combustibili fossili, energia elettrica e qualunque altro tipo di energia.

Francesca Frattini: Ecco grazie per il chiarimento perché te l'avrei chiesto io per sicurezza.

Mario Casoni: Ci sono settori come ad esempio tutto quello che è la catena produttiva di strumenti per la mobilità, quindi camion, auto, e cose del genere che hanno una medio-bassa intensità energetica. Questo sembra magari controintuitivo…

Francesca Frattini: Infatti avrei detto esattamente il contrario.

Mario Casoni: Quando sentiamo parlare ad esempio del dibattito sull'auto elettrica, su quanta CO2 produce nell'arco del corso di vita diremo: Ah questo qui sarà un settore ad altissima intensità energetica. No, ma diventa rilevante perché ci sono milioni e milioni di veicoli per le strade. In generale ci sono degli sforzi correnti per ridurre l'intensità energetica.

Come ridurre l’impatto della intensità energetica?

Francesca Frattini: Ecco, che cosa possiamo fare per ridurla e ridurre appunto l'impatto?

Mario Casoni: Noi possiamo fare diverse cose, però diciamo che guardiamo prima un fatto fondamentale. Il fatto fondamentale è che la riduzione di intensità energetica è stato del 2% dal 2010 al 2015, si è ridotto all’1% dal 2015 al 2020 in maniera non uniforme in tutti i settori. Ad esempio il settore chimico, che è ad alta intensità energetica, ha fatto grandissimi sforzi di riduzione soprattutto nel quinquennio che va dal 2015 al 2020. Ma anche altri settori a più bassa intensità energetica, ad esempio il macchinario industriale, hanno fatto degli sforzi notevoli, quindi c'è stata una notevole riduzione dell'intensità energetica.

Però non basta, dobbiamo farne di più perché continuano ad aumentare i consumi perché i Paesi e le aziende cercano la crescita economica. Crescita economica vuol dire produrre di più, produrre più quantità. Produrre più quantità vuol dire consumare più energia, quindi noi dobbiamo riuscire a produrre più quantità con meno intensità energetica in maniera che il bilancio sia un bilancio di consumo energetico globale in decrescita. Questo è un tema sfidante. Quindi per tornare alla tua domanda: come facciamo a fare queste cose? Ci sono sostanzialmente due approcci che non sono mutuamente esclusivi e vanno portati avanti insieme.

Il primo è più intuitivo, (è stato molto popolare ad esempio negli scorsi 12 mesi a causa della guerra in Ucraina con la difficoltà dell'approvvigionamento di gas naturale) è quello di capire puntualmente dove consumo per cercare di consumare di meno. Quindi analisi del processo, ottimizzazione puntuale e specifica. Questa è assolutamente una strategia da perseguire.

Come migliorare l’efficienza produttiva

L’altra un po’ meno ovvia ma molto importante è quella di aumentare l'efficienza produttiva in generale.

Perché è importante?

Perché migliorare l'efficienza e quindi farla passare dal valore attuale di efficienza di utilizzo di un impianto industriale, che per un'azienda media (a livello macro eh poi ci sono differenze per settore di industria) è tra il 40% e il 60% con poche aziende che si spingono fino a un 85%, 90% ma veramente poche.

Diventando più efficienti c’è un’opportunità di:

  • riduzione di costi
  • aumento eventuale di volumi (se il portafoglio di ordine me lo consente)
  • minore intensità energetica.

Francesca Frattini: Quindi benefici su tutti i fronti.

Mario Casoni: Esatto! Quindi sembra un aspetto poco innovativo e poco interessante, ma in realtà lo è molto. Guardando le possibilità di miglioramento, tieni conto che l'utilizzo delle risorse aziendali in un impianto produttivo è solo tra il 40 e il 60%, è chiaro che c'è uno spazio di miglioramento molto grande per arrivare a un teorico 100% (poi nessuno ci arriva, ma ci sono margini di miglioramento molto importante).

Che cos'è però oggettivamente difficile?

È difficile per le aziende orientarsi rispetto alle loro priorità. Sostanzialmente è difficile capire se investire su un miglioramento dell'utilizzo dei dispositivi, degli impianti, oppure sulle persone, sugli skill sulla capacità delle persone, sull'efficienza nel lavoro, nella piacevolezza, lasciami dire, nel lavoro delle persone o sull'ottimizzazione dei processi.

Ovviamente queste non sono categorie mutuamente esclusive, cioè le aziende investono su tutti questi tre aspetti. Quello che è difficile è capire le priorità, cioè qual è la leva che mi consente con il minor sforzo di avere maggiore impatto su quelli che sono i quattro parametri fondamentali:

  • cioè sul fatto di poter produrre secondo un piano e rispettare il piano
  • su un tema della qualità che, soprattutto per le aziende occidentali è un tema fondamentale soprattutto per quelle italiane
  • rimanere profittevoli, quindi sostanzialmente continuando a generare margini di profitto e
  • essere sostenibili nel tempo

È chiaro che avere una visibilità tra quelle che sono le possibili leve, le possibili iniziative e il loro impatto su questi quattro aspetti è particolarmente importante. Ecco perché conoscere le proprie priorità, non solo macroscopicamente, ma conoscerle e analizzarle su archi temporali diversi, è una caratteristica molto importante per evitare di finire diciamo in una possibile trappola di stucchevolezza che dice che le mie priorità sono queste per i prossimi 3-6 mesi, quando magari non è più vero.

Ovviamente, non tutte le iniziative di miglioramento sono di corto raggio, per cui possono cambiare nell'arco di pochi mesi, ce ne sono altre che giornalmente vengono affrontate con le tecniche che conosciamo molto bene di lean, di miglioramento continuo. Altre che invece sono investimenti di capitale molto più di lungo periodo.

Quindi questi sono un po’ i temi: c'è la possibilità, c'è l'opportunità ma cogliere l'opportunità non è banale perché devi cogliere un'opportunità avendo delle priorità molto chiare.

La tecnologia al servizio della sostenibilità

Francesca Frattini: Qua mi immagino entriamo in scena con la tecnologia. Quindi a livello tecnologico come possiamo aiutare concretamente le aziende a individuare e gestire le proprie priorità in termini di iniziative di miglioramento?

Mario Casoni: Questo è stato un tema molto popolare presso tutti i nostri clienti negli scorsi 7 - 8 anni. Se noi guardiamo sulle nostre piattaforme tecnologiche, tipo quella che gestisco io a livello di business in Europa la piattaforma IoT Thingworx, gli use case relativi alla misurazione della performance, della produttività e del processo sono sicuramente in cima alla lista delle priorità.

Quello che noi abbiamo fatto è stato quello di creare una soluzione che affronta la problematica e offre un'opportunità da un'angolatura leggermente diversa.

Questo l'abbiamo fatto in partnership con aziende di consulenza manageriale, consulenza di processo e abbiamo cercato sostanzialmente di rispondere a tre domande fondamentali:

  • la prima domanda è come misurare la produttività: Misurare la produttività in un modo che sia affidabile e allo stesso tempo che consenta, a partire dalla misura, di prendere e di individuare in maniera abbastanza semplice e diretta quali sono le azioni da intraprendere. Quindi non solamente analizzare, ma anche trasformare l'analisi immediatamente in un corso di azione.
  • Il secondo tema è come migliorare i processi e di miglioramento continuo in generale che sono presenti in ogni azienda, poi ci sono diverse varianti di questi processi lean, digital lean, six sigma, total quality management, ogni azienda ha una o più di queste tecniche.
  • Tutte fanno riferimento a un processo logico di così di cosiddetto continuous improvement, che è un processo altamente iterativo dove si va costantemente alla caccia di opportunità di miglioramento. Quindi ha un aspetto fondamentalmente incentrato attorno alle persone, un aspetto culturale di approccio al proprio lavoro, in cui la tecnologia però può aiutare.
  • il terzo aspetto che non va sottovalutato e lo abbiamo capito noi stessi lavorando con migliaia di clienti negli ambiti dei loro sforzi di trasformazione digitale, è individuare in maniera molto semplice e diretta qual è l'impatto di una qualunque iniziativa di miglioramento. Chiaramente un'iniziativa di miglioramento difficilmente ha costo zero, se ha un costo qualunque va valutata rispetto ai suoi benefici: quindi analisi di impatto e di ritorno dell'investimento.

Focalizzandoci su queste tre tematiche per rispondere a come migliorare e come dare ai nostri clienti una soluzione più evoluta, più efficace su queste tre tematiche. Abbiamo disegnato una soluzione che, forse poco originalmente devo ammettere, si chiama Digital Performance Management che è una soluzione che supporta il processo iterativo e lo supporta in tutte le sue fasi non soltanto nella fase di analisi del problema ma anche quella di misurazione dell'effetto di quella che è l'azione correttiva che viene messa in pratica. Questa è una soluzione relativamente nuova, adottata però da già un buon numero di clienti nell'industria di processo, sia nella manifattura discreta che ha un approccio crediamo molto potente. I riscontri dei clienti sono molto positivi.

Dopo questo lungo excursus che abbiamo fatto assieme, invito chiunque abbia un interesse per approfondire la tematica, non necessariamente quella tecnologica ma anche quella più in generale della sostenibilità, della performance aziendale, contattarmi ad esempio su Linkedin, o tramite i canali aziendali, anche solo per fare quattro chiacchiere.

Credo che il confronto sia sempre molto interessante. Io da ogni confronto imparo e in ogni confronto spero di offrire qualche cosa.

Conclusioni

Francesca Frattini: Mario ti ringrazio per essere stato qui con noi anche questa volta. È stato decisamente molto interessante e faremo in modo di condividere il tuo contatto Linkedin in modo che gli interessati possano contattarti direttamente. Questa era Trasformazione Digitale, grazie ancora Mario ti saluto.

Mario Casoni: Grazie Francesca, grazie a tutti.

Francesca Frattini: Questa era Trasformazione Digitale, grazie ancora per essere stati con noi, arrivederci e naturalmente alla prossima puntata!

L'ospite dell'episodio

Mario Casoni, IoT Sales Director per Europa, Medio Oriente, Africa e India

In PTC dal 2005, Mario Casoni coordina un team vendite internazionale specializzato nelle soluzioni e piattaforme in ambito Industrial Internet of Things e realtà aumentata, in qualità di abilitatori chiave delle iniziative di trasformazione digitale e più specificamente nell’ambito delle iniziative volta ad realizzare una visione di Digital Thread. In precedenza ha ricoperto vari altri ruoli con responsabilità a livello internazionale in ambito commerciale e di Business Development, collaborando con molti dei principali clienti di PTC nei settori Automotive, Industrial, Aerospazio e difesa e Retail&Consumer sia a livello italiano che europeo.

Laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Torino, Casoni ha lavorato sia ambito consulenziale che commerciale, con ruoli di crescente responsabilità presso varie aziende del settore ICT. Appassionato motociclista e in generale di sport all’aria aperta, pratica assiduamente trekking e mountain bike.

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