Francesca Frattini: Se ti chiedessi di parlare sulla base della tua esperienza di quello che hai sentito presso i clienti, il tipo di richieste che ti vengono fatte in temi di sostenibilità, resistenze o le obiezioni che incontri. Hai qualcosa da condividere, da raccontarci? Soprattutto perché vorrei sapere come rispondi
Mario Casoni: Sai che io spesso tendo ad assumere un punto di vista non del tutto convenzionale. In molte di queste situazioni mi viene chiesto qualcosa di standard.
Ad esempio il prezzo del gas è schizzato alle stelle, il prezzo dell'energia elettrica anche. La domanda che mi viene fatta è “hai qualcosa che mi aiuti a capire esattamente dove io consumo?” La mia risposta è sì ce l'ho, ma non so se questo sia il punto di partenza giusto.
Perché il punto di partenza più ovvio è capire dove consumo, in realtà l'esperienza mi dice dopo tanti anni che anche quando lo sai non è che poi ci puoi fare molto.
È meglio agire invece che su degli aspetti così puntuali, su aspetti in maniera sinergica con un punto di vista più ampio.
Se pensiamo che oggi una fabbrica in media viene usata tra il 40 e il 60% della sua capacità, alcuni poi fabbriche molto efficienti raggiungono anche l’85-90%. Anche senza sapere dove tu consumi energia, ma se fossi in grado di portare questa efficienza dal 40 al 60% o 70% stai sicuro che risparmieresti una percentuale di energia molto elevata perché direttamente proporzionale all'uso che se ne fa. Quindi il tema è che al giorno d'oggi potrebbe sembrare non particolarmente innovativo dell'efficientamento globale del processo produttivo, invece secondo me in questa situazione congiunturale diventa molto interessante.
Solo che tende a non essere un tema che sta in cima alle priorità di quello che si fa nelle aziende.
Se tu parli di industria 4.0 tutti ti chiedono di fare la manutenzione predittiva della macchina, una volta fatto, poi si scopre che, insomma, si poteva anche non agire lì. Sembrava che si dovesse agire lì, ma non era poi il punto giusto.
Quindi il tema diventa qualunque azienda manifatturiera vorrebbe avere un'efficienza superiore al 60%. Perché non ci riesce? perché mancano la visibilità, perché mancano un tipo di collaborazione tra diversi dipartimenti che stanno in un plant che impedisce loro di ottenere questi miglioramenti a un costo accettabile.
La nostra tecnologia può portare un grandissimo valore aggiunto nell’essere un puntatore laser che aiuta a capire esattamente dove valga la pena agire e dove non valga la pena. Dando una misura quantitativa e non qualitativa del perché.
È una proposta abbastanza innovativa perché in qualche forma tutte le aziende hanno qualcosa di simile, però sai, c'è il puntatore più sottile, più mirato e c'è quello ad ampio spettro
Queste sono una serie di nuove possibilità che noi offriamo ai nostri clienti il cui impatto va valutato caso per caso.