Lamborghini: Ingegnerizzare il proprio DNA

In questo primo episodio affrontiamo con Maurizio Reggiani e Paolo Delnevo il tema delle scelte tecnologiche lungimiranti che hanno accompagnato le svolte strategiche di Automobili Lamborghini, contribuendo in maniera determinante al successo e alla crescita dell’azienda, e che oggi le stanno consentendo  di “ingegnerizzare il proprio DNA”.

Di cosa parliamo in questo episodio ?

Introduzione

Francesca Frattini: Buongiorno e benvenuti a Trasformazione Digitale, io sono Francesca Frattini e oggi abbiamo preparato una puntata un po’ speciale. Abbiamo avuto il piacere di ospitare, per un evento presso i nostri uffici, Maurizio Reggiani Vice President Motorsport di Automobili Lamborghini, che è senza dubbio uno dei protagonisti dell’industria 4.0, ma anche e soprattutto un’eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo. Abbiamo quindi pensato di rendere disponibile, in 3 episodi, l’audio catturato durante l’intervista condotta da Simone Cerroni, giornalista e conduttore TV per Class CNBC e Italia 4.0, che ha coinvolto anche Paolo Delnevo, General Manager di PTC Italia.

Nel corso dell’evento abbiamo parlato della ridefinizione della catena del valore in questa nuova era del Manufacturing ed in particolare del parallelismo tra le due principali rivoluzioni che stiamo vivendo: quella digitale e quella sostenibile. In questo primo episodio affrontiamo con Maurizio Reggiani e Paolo Delnevo il tema della trasformazione digitale dal lato dell’innovazione e condivisione delle strategie e delle esigenze aziendali e naturalmente delle svolte tecnologiche che stanno consentendo a Lamborghini di ingegnerizzare il proprio DNA. Lascio ora la parola a Simone Cerroni:

Lo scenario industriale a inizio 2023

Simone Cerroni: Benvenuti a tutti a questo evento organizzato da PTC dedicato al tema di come ridisegnare le catene del valore nella nuova era del manifatturiero.

Innanzitutto mi presento, sono Simone Cerroni, giornalista di Class CNBC, canale 507 di Sky e dal 2016 mi occupo della conduzione e dei contenuti di Italia 4.0, una trasmissione dedicata alla trasformazione digitale dei vari settori industriali.

Dal 2016 osserviamo il percorso dal piano Industria 4.0 fino ad oggi e forse la parola che più potrebbe rappresentare questo momento storico è “complessità”. Infatti il conflitto ucraino ha gettato nuovamente sabbia nell'ingranaggio della crescita mondiale e ha amplificato alcune tendenze che erano già emerse nel settembre 2021. Dico settembre perché ogni giorno, quando parliamo con le imprese tutti ricordano quel mese perché è da lì che si è iniziata a vedere criticità per quanto riguarda lo shortage delle materie prime e il caro energia, fattori che al momento ovviamente pesano, ma che non stanno avendo un impatto significativo sui conti. Questo è quello che dicono le aziende sui conti del terzo trimestre.

I dati del terzo trimestre 2022

Anche il PIL del terzo trimestre (2022), certificato dall'Istat, vede un PIL al più 0,5%, siamo i secondi in Europa dopo la Svezia. Questo è un dato che rincuora, quindi l'Italia continua a crescere e la crescita da gennaio ad oggi è del 3,9% di PIL acquisito e gli ordinativi dell'industria continuano a trainare la positività.

L'export continua a fare da traino e probabilmente quest'anno batteremo il record registrato lo scorso anno di 520 miliardi di export, ma attenzione al primo semestre del 2023. Il fondo monetario internazionale sottolinea come un terzo dei paesi al mondo sarà in recessione e per l'Italia prevede una “crescita” del - 0,2%.

Allora per smorzare le incertezze in corso, alla fase di complessità dovremmo accostare un'altra parola: “opportunità”.

Abbiamo visto come la pandemia abbia portato a nuovi investimenti sul fronte del digitale e abbia fatto risvegliare anche quelle organizzazioni che si erano assopite, e che erano restie al cambiamento. Oggi dovremmo proseguire su questa spinta e le due frecce nell'arco dell'industria mondiale rimarranno ancora: la trasformazione digitale e la sostenibilità due grandi rivoluzioni che, senza il sapere e le competenze dell'uomo, rischiano di rimanere incompiute e dunque più lente nella loro attuazione.

Di questo e molto altro parleremo nei prossimi minuti con i nostri ospiti: Maurizio Reggiani, Vice President Motorsport di Automobili Lamborghini e con il padrone di casa Paolo Delnevo, General Manager per l'Italia di PTC. Buonasera e ben arrivati.

Tra poco entreremo nei dettagli delle innovazioni, nel percorso del Digital Journey di Lamborghini, ma prima vorrei fare un passo indietro e parlare della storia di Lamborghini. Perché le aziende storiche come la vostra devono ricercare l'innovazione, ma al tempo stesso devono mantenere le radici ben salde, devono avere un occhio volto al passato per tenere a mente le radici e un occhio però verso il futuro, per portare avanti queste radici per le nuove generazioni.

Il Digital Journey Lamborghini da dove parte?

Maurizio Reggiani: Come hai detto Simone, una delle cose fondamentali per noi che lavoriamo in un brand come Lamborghini, ma vale per tutti i brand di lusso, è quella dell'avere un fil rouge che è il DNA dell'azienda, quello che si vende insieme al prodotto che facciamo.

Come nasce Lamborghini: la sfida a Ferrari

Lamborghini oggi è un'azienda sicuramente in vetrina con una storia veramente particolare. Noi nasciamo nel 1963 da un'idea, da una ripicca di un industriale dell'Emilia Romagna, Ferruccio Lamborghini, cliente dei nostri vicini di Maranello che aveva una personalità molto forte. [Ferruccio Lamborghini] Era il classico cliente che probabilmente nessuno vorrebbe avere, era esigente, e non si faceva prendere per il naso. Arrivò a litigare con il suo amico e collega Enzo Ferrari su una questione tecnica e questo lo provocò a un livello talmente alto che decise di fondare un'azienda che doveva fare vetture migliori di quelle che venivano fatte a Maranello, cosa non semplice in quel tempo. Sicuramente la visione era quella, per cui decise di fondare un'azienda che facesse automobili, in competizione con Ferrari.

Prese i migliori tecnici che c'erano sul mercato -a quel tempo ragazzi giovanissimi, adesso lo sono un po’ meno- come l'ingegner Dallara, l'ingegnere Stanzani che purtroppo non è più fra di noi, ma sicuramente erano “la crema” dell'ingegneria automobilistica di quei tempi e con questi ragazzi lanciò il guanto di sfida alla Ferrari. Lo fece con prodotti che avevano una caratteristica specifica: dovevano essere iconici e tuttora quando si parla di Lamborghini la maggior parte delle persone non ha nessuna esitazione a ricordare macchine come la Miura.

La Miura è un piccolo capolavoro di ingegneria e di design, è una macchina che ha un motore trasversale dove si inventarono, per tenerla compatta, di fondere il cambio e il differenziale nella stessa funzione del motore. Questo permetteva di avere una vettura che non esisteva, che era veramente innovativa.

L’Espada è un po’ l’antesignana di tante macchine che oggi vediamo e chiamiamo “i classici 2+2 eleganti sportivi”. L’Espada venne fatta con un 12 cilindri anteriore, un 2+2, quindi rappresentava sicuramente, ai tempi in cui fu lanciata, qualche cosa di eccezionale.

La Countach è… vedo un po’ l'età di tutti noi e penso sia stato il manifesto che ognuno di noi aveva in camera. A quel tempo non c'erano né Tik Tok né Instagram. Si aveva il poster della Miura verde o rossa, guardavamo Cannonball, il film, e sognavamo questa macchina che era più un razzo che una vettura.

L’LM è stato il primo SUV fatto nella storia mondiale prima ancora di Mercedes. Lamborghini ha aperto un solco quando non esisteva un mercato, quindi, non l'ho detto prima perché volevo tenere la sorpresa per adesso e non volevo bruciarla, noi siamo stati i primi a fare il SUV.

Questo è il quello che per noi rappresenta il DNA.

Il DNA è una cosa che si vende tantissimo, è una cosa che è difficile da mantenere e da realizzare ma vedrete, lo menziono tante volte perché nel prosieguo capirete che una delle cose più difficili da fare è: come ingegnerizzare il DNA, il DNA non è una cosa che cade dal cielo ma è una cosa che va ingegnerizzata, va simulata e bisogna essere capaci di renderla vera e consistente.

Twin Transformation

Simone Cerroni: Questa è la storia, questo è il DNA, ma parliamo anche di quelle due rivoluzioni che abbiamo citato, che possiamo definire Twin Transformation, una rivoluzione gemella, digitale e sostenibile.

Partiamo da quella digitale: sappiamo come la trasformazione digitale, l'automazione dei processi ci permette di passare dall'idea al prodotto sempre più in tempi record e questo lo sapete bene voi di Lamborghini. Utilizzando una metafora automobilistica significa cambiare le ruote in corsa senza passare magari per il pit stop, per i box.

È chiaro che oggi i clienti sempre di più ci chiedono prodotti customizzati e in tempi record. È vero anche che siamo in un momento di difficoltà sulle supply chain, abbiamo visto diversi colli di bottiglia che si sono generati in questi anni.

Siamo passati un po’ da quella che era una iper-globalizzazione a quella che potremmo definire una “slowbalization”, molto più lenta.

Volevo capire un attimo come è andato avanti il vostro percorso di trasformazione digitale in questi anni e a che punto state?

 

Com'è andato avanti il vostro percorso di trasformazione digitale in questi anni? A che punto è Lamborghini?

Maurizio Reggiani: La storia di Lamborghini si può dividere in due parti molto nette: prima della Urus e dopo la Urus. È chiaro che fino alla Urus abbiamo giocato in casa abbiamo fatto sviluppo con i fornitori, implementando strategie di simulazione, di disegno, di tante cose che un po’ erano nelle nostre corde, cioè le sapevamo fare.

Con la Urus siamo andati a giocare in un campo dove, nel mondo delle supersportive di nicchia, nessuno ci aveva ancora giocato e di conseguenza ci siamo trovati di fronte a tantissimi quesiti, a come essere in grado di affrontare questo mondo senza creare un disastro o rischiare di non essere in grado di gestirlo.

Lamborghini è stata un'azienda che, fino al 2017, ha giocato in casa facendo vetture sportive.

Io dico sempre che per età, sono una persona nata sul tecnigrafo, dove non esistevano neanche i fogli Excel, per cui tutto era lasciato alla mano, distinte base fatte a mano, logistica che prendeva quello che c'era scritto, ordinava e quant'altro.

È chiaro che quando si fanno volumi di quel tipo, ci sta che si riesca a gestirlo. Poi la complessità è aumentata e Lamborghini si è preparata cercando di mettersi a bordo quello [la tecnologia] che serviva per il passo dopo: anticipare quello che doveva essere la necessità per i nuovi prodotti, progetti e ambizioni che aveva il brand e sicuramente il doppio salto carpiato è avvenuto in concomitanza col lancio della Urus e con quello che è stato tutto quello che è servito per ingegnerizzare e produrre un'automobile.

Per produrla e avere tutto quello che serve per poterla gestire, alcuni amici qui, lo sanno benissimo: il progetto della Urus era nato per fare 12, 15 macchine al giorno, oggi ne stiamo facendo 30. Questo richiede capacità di elaborare tutto quello che c'è post processing, cioè, il progetto è sempre quello, ma c'è da farne tante di più. Questa è una catena che implica a livello di sistemi, un'elasticità, una capacità di prevedere tutto quello di cui c'è bisogno per poter aumentare questi numeri senza creare il famoso nightmare, quindi senza creare un disastro, senza creare nulla di quelle cose che potrebbero succedere se non ci fosse una pianificazione, e una simulazione, correttamente fatta.

Quello che si vede (vedi slide nella pagina, n.d.R.) è quello che è stato l'accompagnamento di diversi sistemi che ci hanno permesso di fare questo e di farlo nel modo più corretto possibile.

PTC come ha supportato l’esigenza di Lamborghini?

Simone Cerroni: Paolo come avete supportato l'esigenza di Lamborghini?

Paolo Delnevo: Una delle caratteristiche di PTC credo sia innovazione costante e i nostri clienti sono leader nei rispettivi settori. Se penso ad una IMA e se penso ad una Lamborghini, sono assolutamente leader, se penso ad una Salvagnini se penso a una IMR, una Soilmec, sono tutti clienti che abbiamo seguito nel corso degli anni.

Con Lamborghini è un percorso che abbiamo sviluppato in questi anni, io l'ho vissuto in prima persona, ed è un percorso che è nato condividendo una strategia che era valida nel 1997 quando abbiamo iniziato, introducendo una tecnologia CAD tridimensionale.

CAD e PLM per definire e gestire il mondo fisico

Questo fu quasi un matrimonio combinato, perché Lamborghini fu costretta [da Audi] ed alla fine è stato un matrimonio combinato riuscito [ricordiamo un matrimonio non costretto da PTC]. In quel momento è arrivata Audi che l’ha acquisita e Audi utilizzava il software Pro/ENGINEER [che poi diventerà Creo] e Lamborghini ha dovuto adeguarsi.

Nel corso degli anni la strategia di Lamborghini ovviamente è cambiata e le iniziative e le sfide sono cambiate. PTC è riuscita, grazie alla capacità di anticipare le esigenze dei nostri clienti, a rispondere a quelle che erano le necessità tecnologiche a supporto di un'evoluzione. È uno step by step.

Se tu fai caso alla slide precedente, credo che questa sia una slide esemplificativa e non a caso l'introduzione della nuova tecnologia è quasi sempre collegata a un incremento produttivo. Non voglio prendere ovviamente il merito, ma la strategia e l'iniziativa di Lamborghini e la necessità di dotarsi di strumenti per la crescita è alla base del successo. Quindi dopo un inizio con gli strumenti CAD e di simulazione, perché anche la simulazione è stata una parte fondamentale, è arrivato il momento di introdurre la parte di gestione del dato. Noi come strategia diciamo: realizzare valore da una convergenza tra il mondo fisico e il mondo digitale e tendenzialmente il CAD definisce il mondo fisico, perché grazie alla modellazione tridimensionale e ai disegni, io riesco a definire il mondo fisico.

Esiste poi la necessità di dover gestire questo flusso di informazioni e questo flusso di informazioni viene gestito attraverso il PLM: quindi per noi il PLM gestisce il mondo fisico e il CAD lo definisce. Abbiamo introdotto Windchill in uno scenario molto complesso perché, considerate che Lamborghini utilizza diverse tecnologie CAD, e quindi, la possibilità di gestire all'interno di uno stesso PLM o di una unica distinta base informazioni che arrivano da diversi CAD, è un argomento estremamente delicato e difficile.

A questo si aggiunge poi tutta la gestione della configurazione di un'automobile. Se anche con delle produzioni limitate come era la Gallardo, ai tempi, c’è stata sicuramente una complessità, immaginate cosa significhi gestire un picco di produzione o comunque una crescita di produzione come quella che c’è stata. Per poi passare ad un altro elemento estremamente importante che magari vediamo più tardi, che riguarda tutta la parte di fabbrica. L'introduzione della Urus ha cambiato i paradigmi produttivi in modo totale e ha portato di conseguenza la necessità di dotarsi di strumenti in grado di connettere anche gli asset fisici che sono in fabbrica.

Gli elementi fondamentali per una storia di successo

Paolo Delnevo: Io dico che la storia insieme a Lamborghini è una storia di successo che si basa su tre elementi fondamentali:

  • Il primo è avere una tecnologia in grado di supportare le iniziative.

Gli altri elementi sono:

  • people business, tendenzialmente quello che fa la differenza sono i rapporti che i nostri consulenti e i nostri commerciali riescono a costruire con le aziende. Una delle cose che riconosco a Maurizio e a tutte le sue persone, è la lungimiranza di condividere con i partner tecnologici, a seconda del momento storico, le strategie e le iniziative senza preoccuparsi dell'aspetto tecnologico, non chiedendo una soluzione tecnologica ma raccontando quale sarebbe stata la sfida da lì ai prossimi 16 - 18 mesi. Ci danno la possibilità di studiare e di capire quali siano le tecnologie migliori per poterlo fare.
  • L’ ultimo elemento che è secondo me la “prova del 9”, è la strategia di PTC che è riconosciuta a livello universale, nel nostro mondo ovviamente, come costante innovatore e questa ne è la dimostrazione.

È ovvio che per essere pronti a rispondere a delle esigenze di mercato dei nostri clienti lo sviluppo e quindi la strategia di prodotto debba nascere almeno 18 - 24 mesi prima. Quindi la capacità nostra e dei nostri presidenti che si sono alternati tra cui l'ultimo, Jim Heppelmann, è la lungimiranza nel disegnare nel corso di questi ultimi 15 anni, una strategia che anticipasse le esigenze che i nostri clienti hanno avuto.

Io credo che il caso di Lamborghini sia proprio l'esempio lampante di come questo supporto tecnologico, di consulenza, ma soprattutto in fase di definizione delle strategie, sia uno degli elementi che hanno permesso a Maurizio di essere qui quest'oggi e di raccontare una storia, almeno per quanto riguarda il rapporto con PTC, una storia di successo.

Conclusioni

Francesca Frattini: Nel prossimo episodio approfondiamo l'approccio alla sostenibilità di Lamborghini e l'importanza non solo della partnership strategica ma anche e soprattutto del rapporto di fiducia tra Lamborghini e PTC. Per ulteriori informazioni vi ricordiamo il nostro sito PTC

Speaker

Da sinistra:

  • Moderatore: Simone Cerroni - Giornalista e conduttore televisivo, Class CNBC –Italia 4.0.
  •   
  • Maurizio Reggiani - Vice President Motorsport, Automobili Lamborghini:   
  •   
  • Paolo Delnevo - Vice PresidentSouthern Europe & General Manager Italy, PTC.

Lamborghini e PTC

Maurizio Reggiani ha trascorso la maggior parte della sua fantastica carriera nel settore delle supersportive alla guida del reparto R&D Lamborghini, rivestendo un ruolo determinante nelle decisioni strategiche che hanno permesso all'azienda di raggiungere i record di oggi. Dal 2022, la sua competenza e le sue idee innovative sono al servizio della divisione Motorsport, che sta definendo un nuovo percorso strategico verso un futuro più sostenibile.

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