Keep calm e manifattura! Cosa ci aspetta nel 2024 secondo Bi-REX e l’Osservatorio Mecspe

In questo episodio con Stefano Cattorini, Direttore Generale di BI-REX, Competence Center di Bologna approfondiamo gli indicatori dell’Osservatorio Nazionale Mecspe 2024.

Episodio n°25 con Stefano Cattorini

Keep calm e manifattura! Cosa ci aspetta nel 2024 secondo Bi-REX e l’Osservatorio Mecspe


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Di cosa parliamo in questo episodio ?

Introduzione

Francesca Frattini: Buongiorno e bentornati a Trasformazione Digitale - Come il Digitale trasforma il Fisico. Sono Francesca Frattini Direttore Marketing di PTC e oggi parliamo dell'Osservatorio Nazionale Mecspe 2024. Come sapete Mecspe è una delle fiere di riferimento per la meccanica specializzata e in occasione dell'evento vero e proprio Stefano Cattorini, Direttore Generale di BI-REX il Competence Center di Bologna focalizzato sui big data, è stato protagonista della presentazione dei risultati dell'Osservatorio. Oggi abbiamo il piacere di averlo come nostro ospite da remoto! Buongiorno Stefano, benvenuto a Trasformazione Digitale.

Stefano Cattorini: Buongiorno Francesca e grazie per l'invito.

Il ruolo dei Competence Center e il focus del BI-REX sui Big Data

Francesca Frattini: Dicevo che oggi non parliamo direttamente di BI-REX, ma anticipo già che ti avremmo come nostro ospite per approfondire i servizi che offrite come competence center. Oggi invece volevo parlare con te appunto dell'osservatorio Mecspe. Sei stato protagonista della presentazione dei risultati dell'osservatorio e vorrei chiederti una sintesi dei punti essenziali che sono emersi dall'indagine in particolare con riferimento alla trasformazione digitale. Intanto facciamo un attimino un passo indietro e ti chiedo di presentarci brevemente BI-REX di cui PTC è membro del consorzio (come anche altri nostri clienti) e dirci in due parole che cosa fa BI-REX, poi invece ti chiederò direttamente dell'osservatorio.

Stefano Cattorini: Certamente! Intanto BI-REX è uno degli 8 Competence Center Industria nati col piano Industria 4.0 del MISE (oggi il Ministero delle Imprese del Made in Italy) ormai a fine 2018, con la volontà di creare appunto dei centri di alta competenza che affiancassero il tessuto delle imprese (soprattutto quelle piccole e medie), e le ha accompagnassero nella comprensione di cosa siano le le tecnologie abilitanti, quali vantaggi possano portare a tutto il tessuto produttivo, in particolare manifatturiero (perché industria 4.0 nasce in Germania sul manifatturiero). In secondo luogo perché fossero un ponte efficace di trasferimento tecnologico e delle conoscenze quindi un ponte tra l'eccellenza del mondo della ricerca e il mondo delle imprese.

BI-REX è uno degli 8 Competence Center Nazionali creati all'epoca. Siamo il centro, il focus nazionale sui Big Data e siamo un partenariato pubblico privato che in forma di consorzio di diritto privato riunisce attorno a sé 60 grandi eccellenze,12 eccellenze della ricerca tutte le università emiliano romagnole e eccellenze assolute della ricerca nazionale come il CINECA (Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro a totale partecipazione pubblica) e l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) che rappresentano il 90% della capacità di calcolo del paese. Queste due eccellenze, a titolo di esempio già oggi, prima dell'arrivo del super computer al tecnopolo, rappresentano il il 90% della capacità di calcolo. A Bologna, appunto, hanno portato il super computer Leonardo che è il numero 4 al mondo per capacità di calcolo e il secondo in Europa.

Questi numeri spiegano anche il nostro focus: per parlare di supercalcolo, di tecnologie digitali, partiamo necessariamente dai dati e quindi dai big data che è la specializzazione nazionale del competence center BI-REX.

Accanto alle 12 eccellenze pubbliche vi sono poi le 48 imprese: un mix molto eterogeneo e complementare di aziende che chiamiamo End User, cioè coloro che di fatto investono nelle tecnologie per sviluppare il proprio business ed efficientare le loro produzioni e le aziende cosiddette Technology Service Provider tra cui appunto PTC, che è uno dei nostri membri fondatori. Coloro che invece producono tecnologia, producono competenza, di fatto sono i grandi vendor, i grandi Technology service provider.

Il mix di questi tre mondi:

  • la ricerca
  • le aziende End User
  • le aziende Technology Service Provider

rende quella competenza, quella piramide da cui poi noi, come centro, andiamo a prendere per erogare servizi alle imprese.

I punti essenziali evidenziati nell’Osservatorio Nazionale Mecspe 2024

Siamo al centro di Bologna, e qui arrivo poi al tema dell'osservatorio. Noi abbiamo la sede principale a Bologna all'interno di Fondazione Golinelli. Avendo una presenza molto integrata con l'ecosistema locale sia delle imprese che delle istituzioni è ormai il terzo anno consecutivo che ho il privilegio di commentare l'osservatorio Mecspe e quindi commentare lo stato di salute del manifatturiero Italiano, che non dimentichiamo, è il secondo a livello Europeo.

Quest'anno l'osservatorio che ha, come al solito, interrogato oltre 730 imprese nel periodo del terzo quarter del 2023, si è focalizzato molto sull'impatto che gli incentivi 4.0 (a distanza ormai appunto di qualche anno dal primo piano) hanno portato alle imprese e sull'annuncio freschissimo fatto proprio qualche giorno prima dell'inaugurazione della ventiduesima edizione di Mecspe del piano transizione 5.0.

Facendo un executive summary possiamo dire che innanzitutto l'andamento del nostro manifatturiero rivela luci e ombre nel senso che rispetto al medesimo periodo dell'anno 2022 (che ricordo fu un anno boom di crescita per il nostro settore manifatturiero, perché venivamo dagli anni post covid, quindi anni molto difficili), vi è un calo rispetto all'andamento economico in termini di fatturato e dei big data rispetto al medesimo periodo del 2022.

Al tempo stesso gli imprenditori intervistati hanno comunque continuato ad avere una fiducia nel loro portafoglio ordini, il che vuol dire quantomeno un impatto positivo su fine anno 2023 e il primo quarter 2024 con un paio di importanti ombre che sono sicuramente legate ai conflitti internazionali (non dimentichiamo che il manifatturiero italiano per gran parte vive di export) e legato anche alla mancanza di reperimento di competenze di risorse skillate (parliamo del personale, della mancanza di risorse umane altamente specializzate).

L’importanza degli incentivi per l’Industria 4.0

Qui arriviamo un po’ al tema di fondo anche di Mecspe e del tema degli incentivi. Oltre il 60% delle imprese hanno dichiarato che senza incentivi 4.0 non avrebbero investito o comunque avrebbero investito in termini ridotti.

Questo spiega l'importanza del piano transizione 4.0 e del futuro piano a 5.0, ma spiega anche la volontà degli imprenditori manifatturieri italiani di continuare a pianificare la crescita. Crescere, investire in digitalizzazione vuol dire da una parte appoggiarsi al agli incentivi, ma vuol dire anche capire che digitalizzazione significa avere le competenze giuste per mettere a terra la digitalizzazione.

Il tema chiave degli hard skill e della formazione del personale

Per questo motivo la mancanza di competenze o della mancanza degli skill necessari è un punto di attenzione, ma anche un'opportunità per noi competence center, che facciamo da tramite tra le eccellenze come università e le grandi aziende, di aiutare proprio all'up-skilling al re-skilling del personale. (Per up-skilling e re-skilling stiamo parlando praticamente di fornire ulteriore formazione per creare nuova nuove competenze del personale già esistente o riformare il personale sulla base delle effettive necessità aziendali)

Il tema delle competenze è un tema centrale se andiamo a vedere anche qui nella parte dell'osservatorio dove le aziende hanno investito anche facendo leva sugli incentivi 4.0 e oltre 1/3 delle imprese ha investito nella trasformazione digitale. Una parte ha investito in formazione, diciamo che oltre 50% degli investimenti secondo l'osservatorio Mecspe per l'industria 4.0 sono andati in questi due mondi: trasformazione digitale e formazione. Questo spiega che comunque questa sensibilità c'è e al tempo stesso vediamo anche primi segnali positivi dell'attenzione al tema della sostenibilità e quindi degli indicatori ESG (Enviroment, Social, Governance) che misurano di fatto la sostenibilità delle aziende nell'ottica del piano transizione 5.0.

Francesca Frattini: Perdonami se ti interrompo Stefano, abbiamo giusto parlato in svariati altri episodi del tema della sostenibilità che invito i nostri ascoltatori ad andare a riprendere. È importante che sia emerso come tema sostanziale del Mecspe di quest'anno prego continua pure perdonami.

Il tema della sostenibilità e degli indicatori ESG è già sulla scrivania di tante aziende

Stefano Cattorini: È importante perché, come ho detto pochi giorni prima dell'inaugurazione della fiera, è stato annunciato dal governo il piano transizione 5.0 che di fatto si va ad affiancare se vogliamo al piano 4.0 ma con dei crediti d'imposta anche più importanti legati però a dei veri e propri target di riduzione dei della CO2, quindi dell'inquinamento che le produzioni industriali possono portare all'ambiente. Avere una percezione già oggi di quanto un'azienda sappia misurare la sua impronta di consumo energetico di sensibilità è un punto di partenza che definirei quasi una condicio sine qua non per poi andarsi ad affacciare tutti gli incentivi 5.0. Una parte dell'osservatorio ha evidenziato che quasi il 50% delle aziende si ritengono sostenibili ed è una percentuale in crescita rispetto all'anno precedente. Già circa ¼ delle imprese, poco meno del 25% ha già una misurazione dei propri consumi in termini di CO2.

Questo è un punto di partenza importante e ovviamente ci denota anche c'è molto da fare. È chiaro che le imprese nel momento in cui hanno risposto all'osservatorio di 5.0 avevano sentito più o meno i macro principi (il decreto è uscito ai primi giorni di marzo). Oggi con il decreto in mano, per gli imprenditori diventa più semplice pianificare anche questo accesso.

Andando un po’ alla parte tecnologica, 7 imprenditori su 10 hanno evidenziato una crescita nel loro digitale e hanno comunque posto un'attenzione sull’investimento in tecnologie e competenze digitali. In particolare l'osservatorio ci dice che nel 2023 sono stati: sicurezza informatiche e cloud computing le due aree su cui si è investito di più.

Trasformazione Digitale nel 2024 significa: sicurezza informatica, cloud computing, internet of things

Alla domanda che guardava già un po’ al futuro, all'inizio del 2024 oltre la sicurezza informatica rimane sul podio e a queste si aggiunge un'attenzione particolare sulla robotica collaborativa ed una vera e propria accelerazione sul tema dell'intelligenza artificiale.

È stata data grandissima importanza alla possibilità di capire l'impatto dell'intelligenza artificiale su tutti i processi (in termini di monitoraggio). Si parla di tutti i processi aziendali: sia quelli produttivi che quelli meno produttivi o comunque legati a processi di acquisto processi human resources, processi che riguardano l'amministrazione…. Il focus sull'intelligenza artificiale è quanto ci portiamo dietro come possibile trend del 2024.

Il termine delle competenze, e poi chiudo un po’ le osservazioni dell'osservatorio, è legato anche a questo: andando a guardare l'attenzione alla sicurezza informatica, al cloud computing, all'internet of things, che rappresentano i trend dichiarati sulla digitalizzazione dagli imprenditori innanzitutto ci sono due concetti fondamentali: la necessità di continuare ad investire in questi profili che quindi non sono neanche più soltanto profili chiamiamo ingegneristici ma sono profili STEM a 360°: quindi i profili che coprono dalla matematica, alla fisica e ovviamente all'informatica e all'ingegneria.

Parola chiave: integrazione

L'altro elemento secondo me interessante è la capacità di dotarsi in aziende (e da qui la formazione continua e necessaria) di figure che abbiano una percezione di tutta l'innovazione a 360° perché le tecnologie digitali hanno un impatto proprio perché sono integrate.

La parola integrazione è venuta fuori spesso anche nel dibattito che a seguito proprio della mia presentazione dell'osservatorio è stato fatto dalle istituzioni: avevamo il vice ministro del Ministero delle Imprese del Made in Italy, l'assessore alle attività produttive della regione Emilia Romagna e l'assessore del comune di Bologna. Quindi tutte le figure istituzionali, partendo da questi dati, hanno alimentato un dibattito che da una parte mette l'importanza degli incentivi (sul 5.0 il governo metterà più o meno la stessa cifra del 4.0, quindi circa 13 miliardi di euro) e l'importanza di tutti quei soggetti che fanno trasferimento tecnologico come i competence center, che favoriscono proprio l'avvicinamento agli aiuti, alle competenze e ad agevolare i servizi per le imprese.

Conclusioni

Francesca Frattini: Grazie Stefano, quindi riassumendo le parole chiave sono state integrazione tra tutto, digitalizzazione strategica affiancata da una recentissima importanza della sostenibilità totalmente aspettata in vista di agenda 2030, formazione necessità (quindi della formazione giusta e quindi di avere e strumenti e strutture che avvicinino le persone alle necessità aziendali), importanza dell'intelligenza artificiale di cui abbiamo tra l'altro già parlato ma parleremo in un altro episodio sicuramente del nostro del nostro podcast, Internet of things (che non guasta), sicurezza informatica e la strategicità degli incentivi. Quindi questo questo nuovo piano 5.0 sicuramente è destinato ad essere una leva competitiva strategica molto importante nel panorama delle nostre aziende manifatturiere.

Stefano Cattorini: Se posso aggiungere… Non dimentichiamo che poi gli incentivi sia 4.0 che 5.0 sono sotto il cappello del PNRR. In particolare delle emissioni che sono proprio in capo al Ministero del Made in Italy delle Imprese, quindi l'importanza che il PNRR scarichi a terra questi incentivi in termini di aiuti alle imprese, ma anche servizi che abbiano un impatto immediato sulle imprese stesse è fondamentale. Anche noi tra i competence center, siamo tra i soggetti attuatori del PNRR perlomeno della missione in capo al MIMIT e quindi questo è un elemento fondamentale che è emerso. Il PNRR è una grandissima occasione nel caso specifico per il manufatturiero proprio, per convogliare aiuti accompagnati da servizi, competenze e tecnologie.

Francesca Frattini: Stefano io ti ringrazio molto senz'altro ti richiamerò per parlare di questo tema che è estremamente importante per le aziende e soprattutto intorno al quale c'è ancora un po’ di incertezza, quindi senz'altro ti inviterò nuovamente per per parlare di questo. Intanto ringrazio tutti per l'ascolto. Questa è Trasformazione Digitale - Come il Digitale trasforma il Fisico, abbiamo avuto con noi Stefano Cattorini, Direttore Generale di BI-REX il Competence Center di Bologna. Vi auguro buona giornata e vi aspetto alla prossima puntata!

L'ospite dell'episodio

Stefano Cattorini - Direttore Generale BI-REX

Stefano Cattorini è il Direttore Generale di BI-REX, il Competence Center nazionale focalizzato sui Big Data. Prima di ricoprire l’attuale carica a partire da marzo 2019, ha lavorato come IT & Telecommunications Manager presso Ericsson per 18 anni e ha conseguito una laurea in Diritto Commerciale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e un Master presso l'Università Bocconi.

Stefano è sposato, ha due cani ed oltre alla grande passione per la tecnologia, nel tempo libera si dedica al running, alla montagna e ai viaggi in moto… oltre, ovviamente, alle lunghe passeggiate con i suoi adorati cani.

BI-REX è il Competence Center nazionale specializzato sui Big Data: è una Public Private Partnership, che raccoglie 60 player tra Università, Centri di Ricerca e Imprese di eccellenza, in grado di offrire supporto strategico e operativo alle imprese orientate a innovazione, trasformazione digitale e sostenibilità. La mission di BI-REX è quella di favorire l’adozione delle tecnologie abilitanti Industria 4.0 e le operazioni di trasferimento tecnologico delle aziende.

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