Approccio user-friendly alla Sostenibilità per le aziende

In questo episodio con Maria Grazia Persico, Direttore della testata online Nonsoloambiente, abbiamo approfondito il tema di come impostare una strategia di vera sostenibilità, per non fermarsi alla filantropia o al green washing.

Di cosa parliamo in questo episodio ?

Introduzione

Francesca Frattini: Buongiorno a tutti e bentornati a Trasformazione Digitale - Come il Digitale trasforma il Fisico. Sono Francesca Frattini e oggi torniamo a parlare di un argomento “caldo”: il tema della sostenibilità. A questo punto cerchiamo di capire alla luce dell'agenda 2030 di cui abbiamo parlato in un altro episodio, che vi invito a riprendere, in concreto che cosa devono fare le aziende per affrontare un percorso di sostenibilità che sia reale e non un green washing e che quindi porti un reale ritorno dell'investimento effettuato. Lo faremo con l'ospite di oggi abbiamo il piacere di avere nuovamente con noi Maria Grazia Persico. Ciao Maria Grazia ben ritrovata!

Maria Grazia Persico: Buongiorno a voi e grazie a voi per l'invito.

Francesca Frattini: Maria Grazia, vi ricordo Fondatore di MGP & Partners, agenzia di comunicazione, Editore e Direttore di Nonsoloambiente, testata online completamente dedicata al mondo della sostenibilità ambientale, nonché Membro della Filiera di sostenibilità di Assolombarda e Autrice di testi e Formatore in master sulla sostenibilità de Il Sole Ventiquattrore. In descrizione trovate il link sul profilo Linkedin. Maria Grazia faccio un piccolo riassunto prima di lasciarti nuovamente la parola nella scorsa puntata abbiamo condiviso come la sostenibilità come strategia parta dai vertici aziendali e dalla necessità, per le aziende, di essere pioniere anche in questo ambito. Ora scendiamo nel concreto di che cosa possono fare le aziende. Chiedo a te da dove può partire un'azienda che voglia realmente portarsi a casa un ritorno dall'investimento effettuato in sostenibilità che, come abbiamo capito, sono investimenti importanti ma che possono garantire degli importanti ritorni per quanto riguarda il business delle aziende.

Come si investe in sostenibilità?

Maria Grazia Persico: Credo sicuramente che debbano essere fatte due tipologie di valutazioni: una valutazione è sulla tipologia di approccio che si vuole avere ovvero abbiamo detto che la decisione strategica di intraprendere un percorso è in capo alla governance dell'azienda quindi al board, all'amministratore delegato o al titolare (se l’azienda è di piccole dimensioni) in tal caso però occorre prestare molta attenzione. Non deve essere una scelta one shot che allora diventa semplicemente una sorta di decisione alternativa ad una determinata azione di marketing che si vuole fare, ma deve essere una scelta volta a creare una mentalità residente e non filantropica.

Questo vuol dire che sponsorizzare un'iniziativa charity, decidere di fare una cena di beneficenza non è intraprendere un percorso di sostenibilità. Intraprendere un percorso può anche voler dire destinare parte dell'attività che viene svolta o dell'utile che si consegue o alcune delle azioni che sono previste, a favore di un ente terzo, questo può corrispondere ad un percorso di sostenibilità perché diventa residente all'interno dell'impresa. Questa è una delle prime due valutazioni che devono essere fatte.

L'altra valutazione che, se volete è un po’ più razionale, ma è anche quella che verrà sempre maggiormente richiesta, è quella di vedere da un punto di vista visivo, l'azienda all'interno del mercato quindi all'interno della filiera dove opera e all'interno del mercato dove si incontrano domanda ed offerta. Vale a dire: se gli attori della filiera in buona parte per non dire nella nella loro completezza adottano tutti i percorsi di sostenibilità, se vogliamo essere comparabili nell'ottica anche di verificare di poter analizzare l'efficienza della filiera noi non possiamo astenerci dall'esserlo.

La stessa cosa all'interno del mercato se il mercato dove andiamo ad operare è un mercato dove il driver della sostenibilità è un driver di concorrenza, chi siamo noi per decidere di non volerlo adottare o quantomeno lo possiamo fare, ma sappiamo già che progressivamente si ridurranno le nostre quote di mercato e quindi saremo destinati a fuoriuscirne.

Francesca Frattini: Quindi stiamo parlando di un imperativo che è assolutamente necessario non è più una scelta volontaria…

Concorrenza “sostenibile”

Maria Grazia Persico: Allora diciamo che se prendiamo come punto di riferimento i giornali che quotidianamente ognuno di noi legge o la televisione che sporadicamente ahimè parla di questo fenomeno, il criterio è il termine obbligatorietà è un termine che si accompagnerà sempre di più alla parola “sostenibilità” vuoi per il maggior numero di normative che verranno create, vuoi per un'effettiva necessità che si riscontrerà all'interno del mercato. Non sarà più solo in una logica top down (se non in termini praticamente decisionali) ma diventerà anche una logica bottom up, vale a dire saranno gli stessi consumatori a credere e a volersi relazionare con aziende che siano sempre più sostenibili.

Francesca Frattini: A questo punto diventa una vera e propria richiesta del mercato alla quale non si può che obbedire e possibilmente anche anticipare.

Maria Grazia Persico: Mi permetto di aggiungere qualcosa di più, nel senso che io mi aspetto e auspico il fatto che vi sia una sempre maggiore divulgazione di una cultura della sostenibilità per cui diciamo la logica top down si esaurisca. Vale a dire vi sia praticamente un mercato unico che chiede di essere sostenibile.

Aziende e bilancio di sostenibilità

Francesca Frattini: Una totale comunione di intenti diciamo. Senti per le aziende, sempre tornando al discorso da dove partire, è necessario partire direttamente dal bilancio di sostenibilità o da dove?

Maria Grazia Persico: Il bilancio di sostenibilità è sicuramente il punto d'arrivo oggi perché è l'unico documento, inteso come strumento di rendicontazione reportistica, in grado di raccontare commentare, fare il reale storytelling verso l'esterno di quelle che sono le decisioni, le scelte strategiche, i passi fatti da un'azienda che ha intrapreso un percorso in tal senso. Ma come già detto non possiamo non tenere in considerazione che questi tipi di percorsi richiedono forti investimenti. Investimenti che se nel breve possono creare qualche il problema da un punto di vista di paura (giustificata) nella mente dell'imprenditore, nel medio lungo periodo danno sicuramente dei risultati e dei ritorni non banali in termini in primis di reputazione e in secundis di quello che è il posizionamento sul mercato. Forti di questo, ovviamente, non tutte le aziende possono dal nulla arrivare al bilancio di sostenibilità nell'arco del primo anno. Succede sempre sempre più spesso che dal bilancio d'esercizio che è la base (una base che conosciamo da decenni) nel senso che è previsto dal codice civile c'è l'obbligatorietà perché è l'unico documento in grado di raccontare la storia economica dell'azienda…

Francesca Frattini: Quindi diciamo che partiamo già da una certezza e da qualcosa che già in azienda si fa.

Maria Grazia Persico: Assolutamente! Il primo step che porta verso la lunga strada della sostenibilità è quella del bilancio sociale che consta di una relazione aggiuntiva a quello che è il bilancio d'esercizio in cui raccontiamo gli impatti sociali che ha l'attività svolta dall'azienda. Quindi ci fermiamo un po’ di più su quello che è il contesto sociale dell'attività svolta e quindi già qui abbiamo qualche indicatore maggiore che il cruscotto degli indicatori di bilancio non prevede e quindi ci dà già un'informazione aggiuntiva una maggiore informazione che ci permette di essere più trasparenti verso il mercato. Segue poi quello che è il bilancio degli intangibili. La parola intangibile vuol dire di tutti quelli che sono in effetti i valori non rientranti strettamente con quella che è l'attività operativa dell'azienda, ma il fatto per dire di fare attività di ricerca e sviluppo, piuttosto al fatto di avere brevetti. Spingere su quello che è praticamente la vecchia voce dell'immobilizzazione immateriale, per arrivare poi a quello che è il bilancio ambientale (lo dice la parola stessa), quindi indicatori utilizzati per verificare l'impatto che l'attività svolta dall'azienda ha sull'ambiente e questo ovviamente va da sé è diverso in base al settore merceologico che prendiamo in considerazione. Perché se parliamo del comparto siderurgico avremo un numero di indicatori molto elevato rispetto ad un'azienda che invece produce servizi e non ultimo arriviamo invece al bilancio di sostenibilità che prevede il fatto che vengano utilizzati oltre ai normali indicatori di bilancio propri del bilancio economico, indicatori di natura sociale, indicatore di natura ambientale e indicatore di natura economica.

Pertanto leggere il bilancio di sostenibilità, se ben fatto, dovrebbe permettere a un interlocutore che non conosce il settore, che non conosce la tipologia di impresa, di farsi comunque un'idea molto chiara di quello che è l'approccio esercitato e adottato da parte dell'azienda verso tutti gli stakeholder di riferimento. Perché per ogni indice è previsto un commento, perché ogni commento prevede un'interpretazione, perché è prevista alla base un ascolto e una considerazione di tutte le varie categorie di portatori di interessi sotto forma di questionario di focus group realizzate.

Quindi diciamo che è un'analisi a tutto tondo che vede come punto ultimo l'adozione degli indicatori ma dall'altra parte anche l'adozione di una parte descrittiva volta a chiarire quello che è il valore dell'indicatore in base all'attività svolta e a commentarlo in base a quelli che sono gli indicatori delle altre aziende appartenenti al mercato.

Il bilancio di sostenibilità: una garanzia contro il greenwashing aziendale

Francesca Frattini: Quindi il bilancio di sostenibilità diventerà sempre più come dicevamo un imperativo, qualcosa che è necessario avere per poi poter continuare realmente ad operare sul mercato.

Maria Grazia Persico: Assolutamente sì, non è un caso che oggi alcune di quelle che sono le normative che vengono prese come base nel verificare comportamenti più o meno ottemperanti ai criteri della sostenibilità sono stabiliti come normative obbligatorie la cui ottemperanza ti permette di partecipare o meno a determinate gare d'appalto. Questo vuol dire che l'ente pubblico, la PA (Pubblica Amministrazione) nello specifico, privilegia delle proprie scelte tutte quelle aziende che comunque alla base hanno già un investimento e che quindi potrebbero magari fare dei ribassi minori rispetto ad altre, perché prestano maggiore attenzione ai contesti sociali ambientali.

Il ruolo delle Associazioni

Francesca Frattini: E oltretutto pone un argine a quello che è il fenomeno del greenwashing.

Maria Grazia Persico: Va da sé che se io posso, come impresa, realizzare e quindi pubblicare (perché è un documento obbligatorio quando si ha una sezione di investor relation) il bilancio di sostenibilità è conditio sine qua non che non posso aver fatto solo operazioni di greenwashing. Posso eventualmente fare qualche errore di comunicazione, ma questa non vuol dire che vi sia un errore di sostanza alla base.

Francesca Frattini: In questo contesto chiedo a te, che sei membro di Assolombarda, che ruolo hanno le associazioni di settore?

Maria Grazia Persico: Per rispondere a questa domanda mi rifaccio sia ai miei incarichi attuali che alla mia primaria esperienza professionale… l'associazione di settore ha come principale obiettivo quello di tutelare e rappresentare l'interesse di una categoria. Per farlo deve creare consenso su quella che è l'azione di tutela e difesa che vuole effettuare. L'azione di tutele difesa si concretizza con la creazione di una norma o con la creazione di un regolamento, non vedo perché la sostenibilità non debba seguire lo stesso iter. La differenza è che se è vero che oggi, per ovvi motivi di giovinezza del tema, esistono solo associazioni verticali come la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che trattano il tema della sostenibilità e poi lo vanno a verticalizzare nei vari ambienti, mi aspetto del brevissimo che tutte le varie associazioni di rappresentanti delle varie industrie creino oppure presentino delle proprie istanze al legislatore di turno in termini di desiderata sul tema sostenibilità, in modo tale che si arrivi a delle norme vincolanti a livello trasversale e ad analoghe norme vincolanti a livello verticale. Solo il rispetto e l’ottemperanza in linea verticale e in linea orizzontale permetterà a tutti i mercati, e quindi all'intero sistema industriale italiano e non solo, di potersi dichiarare sostenibile.

Francesca Frattini: Grazie Maria Grazia, adesso per tornare a quello che è poi l'obiettivo del nostro podcast che è quello di spiegare come il digitale trasforma il fisico, ti chiedo come la tecnologia può aiutare le aziende in questo contesto a creare il proprio percorso di sostenibilità.

Maria Grazia Persico: Io credo che la vera ambizione della tecnologia in questo processo di avvicinamento ad un mercato sostenibile sia quello di fungere da acceleratore. Acceleratore nel senso che sappiamo tutti che si stanno stanziando a livello nazionale ed internazionale sempre maggiori fondi affinché vi sia una maggiore sostenibilità in certi settori. La stessa digitalizzazione è stata concepita all'interno del PNRR come elemento ed espressione di un approccio sostenibile. Questo ci fa capire il ruolo che può avere la tecnologia ovvero: se da una parte per capire dove intervenire in campo sostenibile è necessario un monitoraggio costante che si può effettuare solo con un'attività di advocacy propria delle associazioni di categoria o dei consulenti terzi che svolgono un ruolo analogo a quello delle associazioni di categoria, dall'altra parte la tecnologia può avere un ruolo di accelerazione in modo da permettere di rendere fruibili certi meccanismi, certe conoscenze, certe competenze in tempi brevi e dal maggior pubblico possibile. Come fare questo? Non mi è chiaro perché non sono un tecnologo e non sono un progettista di tecnologia, sono però un fruitore e sono un analizzatore di mercati. Mi è chiaro che la tecnologia permette un avvicinamento ai mercati molto più veloce di quello che sarebbe necessario se dovessimo aspettare la creazione di norme l'ottemperanza la norma e la messa a terra.

Francesca Frattini: Grazie Maria Grazia questa è la direzione verso cui ci stiamo muovendo. Grazie per essere stata qui con noi ancora oggi. Allora abbiamo parlato di come costruire un percorso di sostenibilità, da dove partire, l'importanza delle associazioni, l'importanza del fattore tecnologico come acceleratore. Questa era Trasformazione Digitale – Come il Digitale trasforma il Fisico, sono Francesca Frattini vi ringrazio per essere stati con noi e vi saluto in attesa della prossima puntata. A presto!

L'ospite dell'episodio

Maria Grazia Persico, Titolare e Presidente del CdA di MGP&Partners, Editore e Direttore Responsabile di Nonsoloambiente.it, Membro della Filiera Sostenibilità̀ di Assolombarda

Ambiente e sostenibilità sono temi che accompagnano Maria Grazia Persico da oltre vent’anni, in aggiunta alla pre-esistente passione per la Comunicazione e alla predisposizione naturale alla costruzione e gestione di Relazioni, convinta che confronto e condivisione siano fondamenta per la crescita di un individuo e di un’impresa. Su queste basi ha fondato nel 2001 la società di consulenza e comunicazione MGP&Partners e nel 2013 la testata web Nonosloambinente.it. All’attività imprenditoriale affianca altre cariche di prestigio. In precedenza, Maria Grazia Persico ha lavorato in ANIMA (Federazione della Meccanica di Confindustria), come Responsabile Comunicazione e Relazioni Istituzionali per tre Associazioni e Delegato Italiano a Bruxelles nel contesto di Orgalime. Successivamente ha ricoperto la carica di Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Istituzionali negli assessorati Commercio e Industria – Moda, Turismo e Grandi Eventi del Comune di Milano.

Laureata in Economia Aziendale presso l’Università Luigi Bocconi, Maria Grazia Persico in passato è stata anche Amministratore Delegato di Blue Note, il noto Jazz Club di Milano.

Nonsoloambiente.it è un web magazine che ha come focus fare e dare un’informazione chiara, trasparente e veritiera su tutti i verticali del tema ambiente oggi. In primis sostenibilità, economia circolare, mobilità e finanza sostenibile.

MGP&Partners è una società di consulenza in comunicazione che si occupa di media relation e relazioni istituzionali, con vocazione ambientale nel settore industriale.

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