Salvagnini e l’innovazione, tra passione ingegneristica e ascolto del cliente

In questo episodio, con Fabio Masin - Machine Manager e Tania Romio, direttore IT di Salvagnini, parliamo di sviluppo prodotto su commessa, grazie ad una robusta struttura IT governata dal sistema PLM e a dell'utilizzo della Realtà Aumentata per migliorare il service post vendita e la formazione dei nuovi addetti.

Di cosa parliamo in questo episodio ?

Introduzione

Francesca Frattini: Buongiorno a tutti e bentornati a Trasformazione Digitale - come il Digitale trasforma il Fisico. Sono Francesca Frattini, Direttore Marketing di PTC e oggi non sentirete il rumore di Milano perché siamo in trasferta in Veneto, nella zona dei Colli Berici ospiti di Salvagnini. Da 60 anni Salvagnini progetta, produce e vende macchine utensili sistemi industriali e automazioni flessibili per la lavorazione della lamiera. Adesso poi verifichiamo che abbia detto tutto correttamente con Fabio Masin, Machine Manager di Salvagnini, ciao Fabio.

Fabio Masin: Ciao Francesca, grazie per invito.

Francesca Frattini: Grazie a te e a Tania Romio Group CIO, Direttore IT di Salvagnini, ciao Tania.

Tania Romio: Ciao Francesca, grazie per l'invito.

Francesca Frattini: Grazie a voi per l'ospitalità. Adesso partiamo subito con la verifica che io abbia detto tutto correttamente. Fabio tutto giusto?

Fabio Masin: Sì, tutto giusto. Salvagnini è un gruppo multinazionale che progetta, produce, e vende macchine e semi flessibili che lavorano sull'ambito della deformazione della lamiera. Per sistemi che lavorano la lamiera, si intendono macchine utensili che tagliano, sagomano e piegano in modo automatico e flessibile i fogli di metallo, così da ottenere oggetti di uso quotidiano come le porte condizionatori, quadri elettrici, elettrodomestici e tante altre cose ancora…

Francesca Frattini: Ah, ecco! Raccontaci un po’… Ho visto che Salvagnini nasce in realtà a Milano nel 1963, (complimenti perché l'anno scorso avete festeggiato i 50 anni di attività), ma come mai da Milano siete finiti a Sarego?

Fabio Masin: L'anno scorso abbiamo festeggiato i 60 anni. La festa si chiamava 30+30 perché abbiamo fatto 30 anni con l’ingegner Guido Salvagnini del 1963 al 1993, poi con una nuova gestione, che ha espanso ancora di più la produzione e la diffusione del prodotto Salvagnini per il mercato mondiale. Nel 1963 la storia di Salvini comincia con l’ingegner Guido Salvagnini che progetta e produce macchine, centraline oleodinamiche per la lavorazione della lamiera.

Francesca Frattini: Da dove è nata l'idea?

Fabio Masin: Lui era un ingegnere idraulico. All'epoca non c'erano sistemi automatici elettrici ed elettronici e tutti i movimenti venivano fatti tramite motori, o cilindri, o pompe.

Guido Salvagnini: l’ingegnere che fece muovere l’industria

Francesca Frattini: Ah quindi è partito con le pompe idrauliche?

Fabio Masin: È partito con delle pompe idrauliche inserite nelle centraline e queste costituivano di fatto la movimentazione di tutto quello che poteva avvenire nel mondo dell'industria. Poi si è specializzato nella progettazione dei trasferitori afferenti al mondo della lavorazione della lamiera appunto. Ed è qui che ci siamo spostati a Sarego. Dopo 11 anni, nel 1974 ha approfittato di una serie di incentivi governativi che volevano sviluppare l'area del basso Vicentino e si è trasferito qui dove siamo oggi, in provincia di Vicenza.

Nel ’77 l’ingegner Guido Salvagnini presenta al mondo la prima pannellatrice battezzandola P4. P4 è l'acronimo di P Che sta per la tecnologia (della pannellatrice) e 4 sono i lati su cui può piegare automaticamente la macchina.

Francesca Frattini: Sbaglio o questa P4 e stata la prima al mondo?

Fabio Masin: La P4 è stata la prima pannellatrice costruita al mondo, e il suo principio è stato anche brevettato. L'idea, come molte altre intuizioni, è nata quasi per caso. L'ingegnere in quel periodo stava progettando una cesoia e si accorse che tenendo a distanza due lamiere non affilate, il foglio invece di essere tagliato, veniva piegato o verso il basso o verso l'alto. Da questa intuizione, ha poi sviluppato e progettato la pannellatrice che di fatto piega la lamiera in aria.

Francesca Frattini: Quindi già qua avete iniziato come precursori e questo mi piace sempre molto.

Il cliente come fonte di idee innovative

Fabio Masin: Siamo stati precursori. L’ingegner Guido Salvagnini, a quell’epoca ricevette una richiesta da parte di un cliente che chiedeva di anteporre a questa P4, un attrezzo per preparare, scantonare i pezzi poi da piegare, in modo automatico.

Francesca Frattini: Scantonare significa?

Fabio Masin: Punzonare e togliere gli angoli dove poi si va a piegare la lamiera. Per cui nasce, nel 1979, la prima linea, nel mondo delle macchine utensili, costruita da una S4 scantonatrice sui quattro lati e da una pannellatrice P4, ed oggi è ancora la nostra linea più venduta al mondo la Linea S4+P4.

Francesca Frattini: Per curiosità, che cosa doveva fare il cliente?

Fabio Masin: Il cliente all'epoca doveva produrre una serie di quadri elettrici. Di fatto produrre senza l'aiuto di un operatore che preparasse i pezzi e li piegasse. Una innovazione per tutto il mondo della macchina utensile.

L’inserimento nel mercato giapponese

Francesca Frattini: Voi avete un'altra bella bella storia in archivio. Oltre alla P4, negli anni 80, mi dicevi prima, Salvini ha iniziato a svilupparsi commercialmente in vari paesi e in uno in particolare dove è parecchio difficile entrare anche adesso…

Fabio Masin: Anche adesso è molto difficile entrare in Giappone dove la tecnologia è molto avanzata. Nel 1913 siamo stati una delle prime sette aziende aprire una filiale giapponese. Nel 1985 siamo stati i primi insieme a General Electrics a costruire la prima fabbrica automatica della storia in grado di funzionare a luci spente. In questo caso l'impianto era costruito da quattro linee FMS (Flexible Manufacturing System) e il cliente aveva la possibilità di costruire i particolari sulle quattro linee durante la notte, senza il presidio dell'operatore. Le linee sono rimaste in funzione per ben 27 anni fino al 2012.

1993: l’inizio dell’industria 4.0

Francesca Frattini: Senti Fabio, quando è stato per voi l'anno chiave in cui ha iniziato ad entrare in azienda l'industria 4.0?

Fabio Masin: Per Salvagnini si è parlato di industria 4.0 fin dal 1993, quando c'è stato il primo esempio di dimostrazione del fatto che un software modulare potesse gestire la produzione, pianificare e bilanciare i flussi produttivi seguendo la strategia di pianificazione del software gestionale. Sempre nel ‘93, l'azienda ha cambiato proprietà, proseguendo la sua espansione sia in termini di gamma di prodotto che di presenza a livello globale. Ad oggi, infatti, con un fatturato di mezzo miliardo di euro e più di 2.000 dipendenti, siamo presenti in tutto il mondo con 25 filiali.

Francesca Frattini: Infatti, dicevamo prima che avete festeggiato i 30+30, quindi i primi 30 anni e 30 anni poi dal cambio di proprietà di cui mi accennavi. Lo dicevi prima ma ripetiamolo un'altra volta: in che settore vengono applicate le vostre macchine? E per che tipo di prodotti?

Fabio Masin: I settori sono i più variegati perché di pannelli il mondo ne è pieno. Non lo pensavo neanche io quando nel 2015 ho iniziato a lavorare in Salvagnini… Veramente i settori sono innumerevoli, si va dall'illuminazione ai distributori automatici, (dove andiamo a prendere il caffè negli uffici), porte tagliafuoco piuttosto che automotive, elettrodomestici (come frigoriferi o ascensori), oppure quadri elettrici o anche mobiletti metallici che troviamo anche all'interno delle nostre palestre o nei nostri uffici.

Francesca Frattini: Sulle porte tagliafuoco mi hai raccontato prima una storia interessante che ti richiedo dopo. Adesso volevo fare un passo indietro e chiederti velocemente: tu di che cosa ti occupi in Salvagnini?

Il lavoro come fonte inesauribile di idee… divertenti

Fabio Masin: Come già detto, sono qui da circa nove anni e con il mio team di 35 ingegneri, seguo la parte di progettazione meccanica, idraulica e pneumatica. Seguo, inoltre, tutta la parte di struttura prodotto dove elaboriamo le anagrafiche, le distinte basi e la configurazione dei prodotti e dei sistemi. Infine, seguo il reparto prototipi e la tecnologia laser.

Francesca Frattini: Come mai hai scelto Salvagnini?

Fabio Masin: Salvagnini per me è stata una sfida professionale che ho voluto cogliere per la complessità dell'organizzazione, ma soprattutto del prodotto, che tecnologicamente è molto avanzato e per un ingegnere è un po' come “un parco giochi”.

Francesca Frattini: Senti ho promesso prima di parlare delle porte tagliafuoco, mi dicevi che c'era una storia interessante dietro…

Fabio Masin: Sì. Noi, come ti dicevo siamo sempre vicini alle esigenze del cliente e cerchiamo di aiutarli a porsi nel migliore dei modi nella competere all’interno del loro settore. In questo caso il produttore ci aveva chiesto di raddoppiare la produttività e ridurre i propri costi di produzione, dimezzando il tempo ciclo dai 48 secondi a 24 secondi. Per fare questo abbiamo costruito una macchina punzonatrice dedicata alle sue esigenze per alimentare due pannellatrici in parallelo. Con questa soluzione abbiamo raggiunto i 24 secondi come richiesto, ma soprattutto l’azienda committente ha potuto offrire ai clienti di ordinare le porte direttamente da un sito internet, con le misure desiderate. Noi gestiamo i file parametrici e produciamo per kit le porte ordinate, in modo da ridurre sia lo sfrido e avere una produzione praticamente in tempo zero.

Francesca Frattini: Per noi ignoranti, lo sfrido è…?

Fabio Masin: Lo sfrido è lo scarto che si ha della lamiera. Ancora una volta abbiamo seguito quelle che sono le idee dei nostri clienti che ci hanno portato a sviluppare un nuovo prodotto.

Perché lavorare in Salvagnini

Francesca Frattini: In questo caso adesso passiamo alla nostra seconda ospite (ospitante in realtà, perché stavolta gli ospiti siamo noi). Ciao Tania! Ricordo Tania Romio Direttore IT di Salvagnini. Che cosa fa un Direttore IT in Salvagnini come prima domanda e poi chiederò anche a te che cosa ti ha portato in Salvagnini.

Tania Romio: Grazie Francesca per questa opportunità. Io sono arrivata in realtà in Salvagnini da poco tempo, da circa un anno e mezzo. Vengo dalla sanità e dalla sanità poi sono passata al mondo metalmeccanico. Questo fa capire come l’IT si deve porre ai nostri giorni (ma già da tempo) accanto al business, debba comprenderlo e debba comprendere soprattutto i processi prima di digitalizzarli, prima di trovare una soluzione tecnologica. Mi sono trovata bene, ho dovuto imparare e sto ancora imparando moltissimo. Mi piace affiancare le persone e chiedere (Fabio è uno di questi), qual è la sfida che ci si pone in Salvagnini? Penso che sia comune anche a tutte le industrie metalmeccaniche, hanno un gruppo molto numeroso di ingegneri a tutti i livelli e in tutte le aree, con un’intelligenza brillante e vivace che sono in continuo fermento.

Per cui l'impressione è quella di avere idee e soluzioni che partono a 360 gradi, è bellissimo ma siamo in un'azienda. Questa “raggiera” che copre i 360 gradi deve invece essere convogliata come un laser: questi raggi devono essere riportati in una direzione ben precisa per assicurare gli obiettivi aziendali e i goal aziendali. Qui entro in gioco io, ed è qui la sfida, cioè quella di porsi non tanto come limitatore, ma come un collaboratore o qualcuno che addirittura potenzia le idee che ci sono.

Visto che ormai le nostre macchine sono in rete, la rete è una rete IT con tanti problemi di sicurezza, da monitorare attraverso le piattaforme IT possono aiutare in questo. Possono aiutare e potenziare le idee che emergono e aiutare nello sviluppo e nell'implementazione verso un unico obiettivo aziendale.

Nuova gestione, nuova espansione

Francesca Frattini: Dicevamo prima con Fabio che c'è stata una notevole svolta a livello di prodotto nel 1993 e mi dicevate prima invece che nel 2018 c'è stata una svolta estremamente importante a livello della vostra organizzazione intera. Cioè a quel punto Salvagnini ha veramente spiccato il volo ed è passata da azienda locale, azienda del triveneto italiano, a piccola multinazionale tascabile con espansione all'estero. Quindi è diventato un gruppo con una forte apertura internazionale che ha attivato la propria trasformazione digitale in tutti i sensi. Corretto? Mi raccontate com'è andata?

Fabio Masin: Si, questo è proprio quello che è successo. Dovevamo rispondere a una complessità emergente dal mercato, dai clienti dalla concorrenza sempre più evoluta… Abbiamo dovuto rispondere a questa complessa esterna e involontariamente è aumentata anche la complessità interna perché è aumentata la complessità del prodotto. Di conseguenza aumenta la complessità dell'organizzazione, aumentano le complessità delle logiche di funzionamento dei nostri sistemi. Quindi cercare di ottenere prestazioni elevate efficaci ed efficienza, senza pensare a una trasformazione digitale, era impensabile perché prima di tutto bisogna cercare di abbattere i “silos aziendali”, ma dare anche continuità al dato e alle informazioni tecniche che passano attraverso l'azienda, quindi tramite la parte di supply chain, la parte produttiva e poi anche alla fine il service. Non dimentichiamo che le nostre macchine vengono sì, prodotte in circa un anno, ma poi nel campo vivono per 20-30 anni.

Tania Romio: Mi riallaccio questo proprio perché in questi ultimi anni ci stiamo focalizzando sui processi che riguardano il supporto alle macchine, dove è necessario sapere in che condizioni è la macchina nel minimo dettaglio, sia dalla parte meccanica, ma soprattutto nella parte software, perché il software ormai è forse la parte più importante per far sì che una macchina possa essere personalizzata e customizzata presso un cliente.

Francesca Frattini: Ti interrompo solo un attimo per ricordare che abbiamo parlato in altri due episodi del podcast dell'importanza della gestione del software. Vi invito ad andare a ritrovarli. Scusami Tania per averti interrotto.

Tania Romio: Quindi abbiamo una serie di progetti in continuità con il journey iniziato verso la digitalizzazione che sono focalizzati proprio sui nostri servizi di supporto.

Francesca Frattini: Quindi vi state spostando diciamo da una pura manifattura di macchine, prodotti fisici, anche ad un discorso di service. Quindi vi state spostando anche sulla fornitura di pacchetti software per i vostri clienti?

Tania Romio: Assolutamente sì.

Le sfide del lavoro su commessa

Francesca Frattini: Fabio tornerei a te. Qual è il principale problema di chi lavora su commessa?

Fabio Masin: Lavorare su commessa per un'azienda con un DNA come la nostra è veramente molto stimolante. Lo stimolo è quello di evolvere i nostri prodotti e i nostri servizi per cercare di rispondere a quelle che sono le esigenze del cliente, perché noi crediamo nelle persone nelle loro idee. Certo che immaginare la soluzione alle richieste dei nostri clienti, non è proprio così facile. Il co-design con il cliente si sviluppa su due ambiti: si sviluppa sull'ambito del prodotto del cliente stesso e nell'ambito dei processi produttivi in cui si inserisce una linea Salvagnini. Con il cliente lavoriamo insieme, non solamente dall'acquisizione dell'ordine, ma continuiamo a collaborare con lui anche fino all'installazione e al test del sistema.

Francesca Frattini: Che è un po' l'approccio che mi dicevi prima, di vicinanza ai clienti anche per recepire idee nuove che poi vi consentono di migliorare ulteriormente i vostri prodotti e di realizzare prodotti innovativi, giusto?

Fabio Masin: Certo, questa è una nostra attitudine. Questo però, ci porta anche a una gestione di requisiti che cambiano continuamente, anche durante la costruzione delle macchine. Ovviamente per rispondere a queste necessità abbiamo bisogno di avere delle macchine altamente configurabili e dove non arrivano le configurabilità e la modularità, dobbiamo sviluppare delle parti speciali in tempi stretti, ma comunque sempre con la qualità e l'affidabilità di cui sono noti i sistemi Salvagnini. Fondamentale per questo passaggio (lavorando in questi scenari), è mantenere sempre aggiornata e tracciabile tutta la documentazione della macchina, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista produttivo.

Realtà Aumentata e riduzione degli errori

Francesca Frattini: Tania voi, a proposito di nuove tecnologie, avete anche introdotto la Realtà Aumentata sia in ambito layout sia in ambito service, giusto?

Tania Romio: Esatto. Questo per rendere sempre più fruibile il dato non solo ai nostri colleghi, ma anche ai nostri clienti. Vedere un layout in 2D, oppure vedere la macchina materializzarsi su un tablet o un computer, posta proprio nel luogo dove verrà installata, ha permesso ai clienti di rendersi veramente conto di cosa si stesse per installare negli stabilimenti. (La realtà aumentata) Ha permesso di rendersi conto degli ingombri, della parte riguardante la sicurezza di quella macchina e ci ha permesso anche in fase di offerta, di dare un'esperienza al cliente molto più dettagliata. Ha permesso al cliente di rendersi conto in maniera visiva e materializzare questo suo investimento in modo da evitare errori.

Francesca Frattini: Sì, banalmente è come la differenza tra vedere un appartamento su una piantina e vederlo invece dal vivo con i mobili dentro. Sulla piantina puoi progettare di tutto., quando poi devi farci entrare i mobili, la situazione diventa un po' differente.

Tania Romio: Corretto. Infatti per un cliente questo ci ha evitato anche degli errori, cioè vedere la macchina nel luogo dove sarebbe stata installata in dimensione 3D, ci ha permesso di evitare per esempio la vicinanza con una porta di uscita (e di sicurezza) o anche l'ingombro della macchina rispetto a dei pilastri presenti nello stabilimento per cui ci ha permesso di evitare errori che sarebbero emersi solo in fase di installazione.

Francesca Frattini: Fabio volevi aggiungere qualcosa?

Fabio Masin: Volevo aggiungere solamente che tutte queste modifiche che emergono durante la fase di installazione e di collaudo della macchina, portano dei costi e dei tempi di installazione, sempre più lunghi. La tecnologia in questo caso, ci ha aiutato non solo a dare un prodotto di qualità nei tempi corretti, ma anche una presentazione tecnologicamente avanzata.

Realtà aumentata come strumento di training

Tania Romio: Stiamo pensando anche di utilizzare la Realtà Aumentata, in questi ultimi mesi, anche per il training in interno.

Francesca Frattini: Brava, volevo proprio chiedervelo. Tra l'altro noi qui stiamo trasmettendo dal vostro Campus, giusto? Perché avete una forte attenzione, alla formazione sia esterna che interna.

Tania Romio: Assolutamente il campus è iniziato nel 2020 ed è una vera e propria università Salvagnini. Salvagnini è molto attenta allo sviluppo del proprio personale anche in ottica di attirare le nuove generazioni in un ambiente, non facile, dove l'esperienza conta moltissimo. Avendo dei prodotti altamente ingenerizzati, per un giovane che arriva qui in Salvagnini, non è facile intraprendere un percorso che prevede una fase di apprendimento molto lunga. La realtà aumentata aiuterà sicuramente le nuove generazioni perché, penso che noi tutti sappiamo i nostri figli vivono in metaversi e in giochi 3D ogni giorno, per cui arrivare al lavoro e trovarsi nello stesso ambiente dove di solito giocano e dove di solito si muovono aiuterà senz'altro i modi e le modalità con cui il nuovo ragazzo impara, sono gli stessi di quelli che applicavamo quando studiavamo noi. Mentre noi studiavamo sui libri o sugli appunti, adesso i ragazzi studiano con realtà aumentata, con computer e tutto quello che può aiutare.

Quali sono le sfide future per Salvagnini?

Francesca Frattini: Ti chiedo qual è la vostra prossima sfida? Quali sono i vostri prossimi passi? Come volete ulteriormente migliorare la vita e l'esperienza dei vostri clienti?

Fabio Masin: Per il futuro, nei confronti dei nostri clienti stiamo già lavorando con l’IoT verso una servitizzazione del prodotto per cercare di dargli sempre di più supporto durante la vita non solamente alla consegna della macchina. Per fare questo dobbiamo conoscere perfettamente il prodotto e le linee che sono state consegnate ai nostri clienti. Abbiamo tutta una serie di documentazioni che ci possono dare una mano e supportare per capire come è fatta una macchina al di fuori della nostra azienda. Ma dobbiamo sempre di più avere una consapevolezza digitale del sistema installato. Quando il cliente, dopo un po' di anni viene a chiederci un miglioramento, un nuovo accessorio, un nuovo sistema di scarico delle lamiere, dobbiamo sapere esattamente tutta la storia della macchina, riaggregarla e arrivare a proporgli delle funzionalità nuove, aggiuntive che nel frattempo sono nate magari nel tempo in cui lui non aveva ancora aggiornato la propria macchina. Questo crea per noi anche del video del nuovo business.

Tania Romio: Questo si traduce anche in proposte di ottimizzazione della produzione del cliente, perché ci possiamo accorgere di alcuni errori o della possibilità di migliorare il modo di utilizzare le nostre macchine.

Francesca Frattini: Io vi ringrazio moltissimo, direi che siamo in dirittura d'arrivo. Sono Francesca Frattini, questo è sempre Trasformazione Digitale - come il Digitale trasforma il Fisico. Oggi siamo stati in Salvagnini e abbiamo scoperto questa meravigliosa realtà industriale. Grazie alle parole di Fabio Masin e di Tania Romio.

Grazie Fabio e grazie Tania. Probabilmente torneremo da voi per scoprire quali saranno i passi futuri. Intanto Vi ringraziamo moltissimo per il vostro contributo di oggi e per la vostra partecipazione a questo episodio del nostro podcast. Vi lascio in descrizione il link con maggiori informazioni su Salvagnini. Se volete ulteriori informazioni, fate riferimento a me e farò in modo di veicolarlo a Fabio e a Tania. Grazie a tutti per l'ascolto e ci riascoltiamo la prossima puntata. A presto!

I valori connessi alla sostenibilità

È vero che cominciamo a parlare anche di valore connessi ai percorsi di sostenibilità, che debba essere un valore condiviso e non solo un valore creato, ma è altrettanto vero che (a mio avviso) condivisione, redistribuzione, profittabilità sono più semplici da perseguire laddove vi sia una coscienza e una consapevolezza dell'imprenditore e un coinvolgimento a pari livello di tutte le varie categorie di interesse. Ricordiamoci che qualsiasi percorso di sostenibilità non sarà mai positivo e con effetti positivi nel medio lungo periodo, se non passa attraverso una fase di ascolto, disamina di quelli che sono i desiderata registrati, di tutte le categorie dei portatori di interesse in modo permanente lungo la realizzazione del processo stesso.

Francesca Frattini: Maria Grazia ti ringrazio moltissimo ne approfitto per chiederti di partecipare con noi ad un altro episodio per approfondire questi temi a cui hai fatto accenno esattamente in questo momento. Questo era Trasformazione Digitale - Come il Digitale Trasforma il Fisico. Qui in descrizione trovate i link e i dettagli di approfondimento di quello di cui abbiamo parlato oggi in tema di sostenibilità. Maria Grazia ti ringrazio intanto per aver partecipato qui con noi oggi.

Maria Grazia Persico: Grazie a voi e auspico di poterci essere sicuramente per un secondo appuntamento.

Francesca Frattini: Assolutamente sì, ci risentiamo molto volentieri per una prossima puntata di approfondimento. Sono sempre Francesca Frattini, questa era Trasformazione Digitale e vi auguro una buona giornata e vi invito ad ascoltarci nel prossimo episodio.

Ulteriori risorse

Il Gruppo Salvagnini sceglie le soluzioni PLM e AR di PTC

L’azienda leader nella produzione di macchine e sistemi per la lavorazione della lamiera, ha stretto un contratto di fornitura pluriennale con PTC, le cui soluzioni saranno adottate ad ampio spettro per accelerare il processo di trasformazione digitale avviato qualche anno fa.

Podcast: Trasformazione digitale - Come il Digitale trasforma il Fisico

Una serie di podcast bisettimanali che offre agli ascoltatori un'esperienza coinvolgente su come potenziare il settore manufatturiero attraverso la lente delle nuove tecnologie.